L’ultimo
Rapporto dell’Energy Strategy Group del PoliMi, incentrato sull’efficienza termica nell'industria italiana, fornisce numerosi
spunti per gli operatori e dimostra il grande potenziale del settore, considerando
che il valore teorico di mercato di quest’ultimo è stimato attorno ai 6,5
miliardi di €/annui fino al 2020.
Nel 2014 il peso del vettore termico sul
sistema energetico nazionale è stato pari a 680 TWh, più del doppio di quello
elettrico, di cui il 40% imputabile al settore industriale. Ciononostante, all'efficienza termica legata all'ambito industriale è stata dedicata poca attenzione da parte del
legislatore che, nella sua azione di programmazione degli incentivi all'efficienza energetica, ha istituito un meccanismo sbilanciato a favore del vettore
elettrico, prevedendo per gli interventi di efficientamento termico il solo strumento
dei Titoli di Efficienza Energetica, tipicamente più complesso e da richiedersi
attraverso progetti a consuntivo. L’unica eccezione è rappresentata dalla cogenerazione,
per la quale sono stati previsti i TEE II–CAR.
In generale, le tecnologie afferenti alla
generazione efficiente di calore (cogenerazione e bruciatori) e alla gestione
efficiente dello stesso (isolamento termico, cicli ORC e scambiatori di calore)
hanno una vita utile estremamente lunga, 15-20 anni, il che determina una
prevalenza di interventi per sostituzione forzata.
In presenza di un sistema incentivante,
l’isolamento termico risulta conveniente in tutti i settori industriali, ad
eccezione di quello relativo ai prodotti per l’edilizia. La cogenerazione, invece,
risulta particolarmente sostenibile nei settori della meccanica e della carta.
Prendendo in considerazione il Tasso Interno
di Rendimento degli interventi in presenza di incentivi, tutte le soluzioni
generano profitti superiori al valore di riferimento, pari al 6%, come indicato
di media dai potenziali investitori, mentre gli interventi relativi alla
cogenerazione e all’isolamento termico evidenziano sempre tassi di rendimento a
doppia cifra, che possono arrivare fino al 25%.
Pertanto, gli interventi di efficienza
termica industriale sono sostenibili dal punto di vista economico, sempre che
si accettino periodi di ritorno dell’ordine dei 5-8 anni.
Quanto sopra descritto limita, di fatto, il
potenziale di mercato ad un 1 miliardo di €/annui, di cui si stima che il 40%
sia ad appannaggio delle tecnologie cogenerative, il 30% sia destinato ai
bruciatori efficienti e il restante 30% sia suddiviso tra altre soluzioni
marginali.
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